Con il nuovo Decreto del MASE, ancora in fase di pubblicazione, il Governo è pronto ad incentivare 1,04 GW di nuova capacità agrivoltaica entro il 2026. L’implemento è molto importante ma ha tuttavia bisogno di nuove informazioni sulla sostenibilità territoriale e non solo dal punto di vista normativo.

DI COSA SI TRATTA?

È essenziale capire in quali aree l’agrivoltaico possa essere più indicato e mentre l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie ha ideato una serie di indicatori a livello nazionale e regionale circa l’adeguatezza territoriale, l’Enea ha elaborato la prima mappa del potenziale territoriale, basata su caratteristiche topografiche per minimizzare l’utilizzo di suolo e ottimizzare la produzione energetica e agricola.

A COSA SERVE TALE MAPPA?

I ricercatori del Centro Ricerche ENEA di Portici hanno impiegato precisi criteri per minimizzare l’utilizzo del suolo e ottimizzare però sia la produzione energetica che agricola, producendo una mappa, attualmente in fase di validazione, che un domani potrà portare ad un connubio fra sistemi agrivoltaici e paesaggi in cui saranno inseriti.

Grazia Fattoruso, del laboratorio ENEA di Portici spiega: “Il potenziale dell’agrivoltaico nel contesto nazionale è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili” asserendo inoltre che “La metodologia messo a punto nel nostro laboratorio di Geomatica considera sia i diversi fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di una determinata area, come quelli geofisici, tecnici ed ambientali, sia i fattori che possono condizionare la resa agricola, come le classi di uso suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico”

 

Il team ci sta quindi portando verso un futuro in cui si potrà elaborare e integrare indicatori sulle caratteristiche qualitative e quantitative del paesaggio, permettendo ai sistemi agrivoltaici di interagire al meglio con il contesto territoriale nei quali saranno inseriti